Caro Ministro Franceschini,

 

utilizzandolo stesso canale comunicativo e sottolineando che le risposte, chiarimenti, ma soprattutto modifiche al decreto Lei le deve comunicare ai Rappresentanti istituzionali di Taranto e, magari per correttezza  e trasparenza, a coloro che Le hanno scritto, con franchezza mi permetta di dire che "respingo complessivamente le Sue giustificazioni che rappresentano un ulteriore schiaffo a Taranto e, peraltro, contraddicono lo spirito e la ratio della riforma".

 

Taranto non ha bisogno di uffici, di assicurazioni sul personale né di una pseuda e  fantomatica Soprintendenza archeologica avulsa dalla Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio operante su Lecce.

Taranto è, e deve essere, decretata COME SEDE DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA, BELLE ARTI E PAESAGGIO COSì COME PREVISTO DA DECRETO, con specifiche  competenze e responsabilità.

 

Il Chiostro di San Domenico nel decreto deve essere assegnato o alla Soprintendenza o al MARTA' e non al Polo museale di Bari.

 

Questa è la risposta che attende la comunità jonica che questa volta non si farà emarginare da scelte baricentriche o salentinocentriche.

 

Signor  Ministro, venga a Taranto in una seduta monotematica del Consiglio Comunale che certamente il Sindaco Stefano convocherà.

 

Carmine Carlucci

Taranto 26 gennaio '16