Da sin: Anna Maria La Neve, Carmine Carlucci, Giuseppe Scialpi

 

Fa seguito il documento che questa mattina ore 10 sede succ CQV via Dante 108/A è stato presentato ai Candidati:

 

SCUOLA, UNIVERSITA’ QUALITA’ DELLA VITA in terra jonica

Sono trascorsi 34 anni da quel febbraio 1984 quando in Provincia il CQV consegnò le 83000 firme della Petizione Popolare “LA CITTA’ CHIEDE L’UNIVERSITA” alle Autorità e prese avvio l’insediamento universitario a Taranto.

E’ noto al riguardo come il  sistema universitario jonico ebbe origine  da precise disposizioni ministeriali e legislative ( legge 168/89; 341/90; 127/97; DPR 27 gennaio 1998, n 25; decreto del 30 marzo 98 e del 5 agosto 1999…….ecc); in base alle quali furono attivati a Taranto Corsi di Laurea su ambiente, maricoltura, beni culturali e, successivamente, professioni sanitarie, tenendo conto delle  specificità, potenzialità e vocazioni del territorio.

 Ne discende che s’impone un provvedimento di legge che sancisca che  l’insediamento universitario a Taranto non può essere considerato decentramento dell’Università e sede amministrativa del Politecnico di Bari, come riportato negli elenchi 1 e 2  dell’All B del D M 25 dicembre 2010, n° 50, ma UNICUM dell’Università Aldo Moro e del Politecnico di Bari).

Nella prossima legislatura occorre pensare ad una seria riforma del sistema di reclutamento universitario, in

quanto la Legge n. 240/2010 (nota come Legge Gelmini), che doveva rappresentare un regime transitorio in

attesa di una vera e propria riforma universitaria, ha abolito la figura del ricercatore di ruolo a tempo

indeterminato ed ha introdotto una serie di ruoli a tempo determinato (RTD di tipo A ed RTD di tipo B) che

in teoria avrebbero dovuto rappresentare dei passaggi intermedi per consentire ai soggetti  in possesso di

un’abilitazione scientifica nazionale, introdotta dalla stessa Legge, ai ruoli della docenza universitaria.

In realtà tale riforma, accompagnata da una serie di pesanti tagli finanziari al mondo dell’università  e della

ricerca, si è tradotta in un aggravamento delle sacche di precariato, con il paradosso della scadenza di un

titolo abilitante che viene conseguito a seguito di una procedura di valutazione nazionale (l’abilitazione alla

docenza universitaria dura infatti 6 anni, poi scade e bisogna sottoporsi a nuova valutazione). Ma ciò che è

peggio è che in questi sei anni pochissimi degli abilitati riescono ad entrare in ruolo, soprattutto i cosiddetti

“esterni”, cioè coloro che, pur essendo abilitati, non sono dipendenti delle università e non possono

partecipare ai concorsi riservati agli interni, che fino ad ora sono stati la maggioranza.

Per il Sistema universitario  jonico, in particolare, questo si traduce in una carenza di docenti, che si riflette sull’impossibilità di   avviare   nuovi   corsi   di   studio   e   di   garantirne   la   sostenibilità. 

 Appare   evidente   che   la   presenza dell’Università a Taranto è fondamentale per la crescita e lo sviluppo del territorio e per trattenere le generazioni più giovani, la cui emigrazione crescente costituisce un fattore di impoverimento economico, sociale e culturale.

Ciò che sarebbe opportuno, dunque,  è incrementare  i finanziamenti  per la ricerca in  generale,  ma soprattutto per la previsione di un piano straordinario finalizzato all’immissione degli abilitati nei ruoli della docenza universitaria.

 Nell’immediato e, in attesa di una seria riforma universitaria, si chiede di destinare i finanziamenti che il Ministero ha stanziato per la copertura di posti da ricercatore di tipo B (circa 1300) agli studiosi in possesso di abilitazione nazionale alla docenza universitaria, in modo da consentire a questi soggetti di mettere a frutto il proprio titolo abilitante, in quanto questa tipologia contrattuale consente, al termine dei tre anni, di essere assunti come docenti di ruolo.

 

Nell’84 “sognammo l’Università di Taranto”, oggi, più realisticamente,  puntiamo al consolidamento e sviluppo dell’intero sistema universitario jonico che significa:

-    Università Aldo Moro e  Politecnico: BARI – TARANTO

-    Statizzazione dell’Ist. Paisiello

-    Rete con la LUMSA e il CNR

-    Razionalizzazione dell’offerta formativa universitaria  pugliese attraverso il CURC finalizzata a evitare duplicazioni di Corsi di laurea e specializzazioni, puntando a POLI DI ECCELLENZA E RICERCA (Scuola di specializzazione regionale di archeologia e restauro a Taranto)

-    Patto per lo sviluppo e il consolidamento del sistema universitario jonico da sottoscrivere con il Coordinamento del Prefetto di Taranto nell’ambito della Conferenza Provinciale Permanente tra Università, Politecnico, Comune e Provincia di Taranto, CNR, ASL, Soprintendenza, Marta, Camera di Commercio, Marina Militare, Regione Puglia, MIUR, MIBACT con il coinvolgimento strategico-istituzionale: Tavolo CIS e Legge regionale speciale per Taranto.

-    Arricchimento (ma anche rimodulazione dei piani di studio degli attuali Corsi di Laurea) dell’offerta formativa universitaria jonica recuperando i Corsi di laurea afferenti delle vocazioni del territorio (MARE, BENICULTURALI,ARCHEOLOGIA, Area Umanistica e soprattutto RICERCA)

Questo l’impegno non solo del CQV ma dell’intera Comunità jonica nel breve e medio termine e, comunque,  in prospettiva qualora in particolare l’obiettivo dell’Università e del Politecnico Bari/TARANTO non si realizzasse, proprio nello spirito della Petizione Popolare è indispensabile puntare sull’UNIVERSITA’ di Taranto.

Il positivo e strategico rapporto con la Marina Militare nel settore della formazione universitaria e della ricerca deve rappresentare il presupposto logistico (ospedale MM) giuridico per l’istituzione a Taranto del Dipartimento Medico ovvero del Corso di Laurea in Medicina.

Il CQV, con riferimento all’iniziativa degli anni 2000/2005 del CUJ, ha istituito  il Coordinamento per il Corso di Laurea di Medicina a Taranto coinvolgendo l’Ordine dei Medici, l’ASL e  un “gruppo di professionisti dell’area medica jonica “, un Gruppo di lavoro aperto a quanti, ai vari livelli scientifici, culturali, amministrativi e politici, intendono scommettere sul futuro accademico dell’Area Sanitaria in terra jonica.

In tale ottica, tenendo come riferimento ineludibile il dettato Costituzionale,  è indispensabile che il nuovo Parlamento dia CENTRALITA’ ALLA FILIERA DELLA FORMAZIONE E DELL’ISTRUZIONE

Da qualche giorno, dopo 10 anni, alcuni sindacati hanno firmato un nuovo “contratto della Scuola”.

Il CQV auspica che il testo sottoscritto il 9 febbraio scorso,  nel passaggio - Funzione Pubblica e Corte dei Conti -  faccia emergere le incongruenze e illegittimità portando ad un nuovo confronto finalizzato a dare risposte concrete al mondo della Scuola, Università, Ricerca Afam.

Al nuovo Parlamento si chiede:

-    La valorizzazione del personale della scuola, il recupero  del suo ruolo sociale, la tutela della libertà d’insegnamento e la piena attuazione dell’autonomia scolastica;

-    il finanziamento di un piano quinquennale di investimenti finalizzato alla qualificazione del sistema scolastico d’istruzione e formazione, ovvero il progressivo innalzamento della quota del PIL, in sintonia ai livelli assicurati a livello europeo;

-    la messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici (drammatica la situazione in terra jonica);

-    l’abrogazione della legge 107 e la conseguente rielaborazione di una riforma condivisa dal personale della scuola;

-    Lo stop alle classi pollaio ma anche all’innalzamento dell’età pensionabile del personale scolastico

Il CQV contestualmente  persegue con forza:

               il    RECUPERO DELL’IDENTITA’ JONICA  da perseguire a livello nazionale ed europeo, ma anche in        

               una corretta e condivisa “azione di sistema”  a livello regionale, provinciale, comunale:

1.   Che il  Governo e il  Parlamento che sarà eletto a marzo, anche tenendo conto della grave situazione ambientale e socio-economica della realtà jonica, assumano la questione scolastica, universitaria e ricerca in terra jonica come “fondamentale volano per lo sviluppo socio economico e civile di Taranto” e, nel principio di sistema, concretizzi con l’emanazione dei decreti attuativi  la statalizzazione  dell’istituto Paisiello di Taranto;

2.   Che il Ministero per i beni culturali modifichi  il decreto sulla riorganizzazione delle Soprintendenze prevedendo, nell’ambito della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Brindisi, Lecce, Taranto “l’autonomia della Soprintendenza Magna Grecia con l’annessione del Chiostro San Domenico, stralciato dal Polo Museale della Puglia”;

 

3.   Che il Tavolo Istituzionale di sviluppo per l’area di Taranto e la stessa Legge speciale per Taranto della Regione Puglia, ma anche la VERTENZA ILVA,   assumano, come obiettivo prioritario e strategico, coniugando  ambiente, salute e lavoro,  il PROGETTO FORMAZIONE TARANTO rafforzando con apposite risorse l’offerta formativa scolastica e universitaria, ma anche la ricerca a Taranto;

 

4.   Che la Regione Puglia  assegni apposite risorse con cadenza pluriennale, finalizzate al consolidamento del sistema universitario jonico e dia attuazione alla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale inserendo Taranto nei Cammini culturali del Consiglio d’Europa sulle vie Francigene, un progetto che essendo stato  condiviso con apposita mozione, già da tempo, dal Consiglio Comunale di Taranto, sia rafforzato con l’Adesione del Comune di Taranto all’Associazione Europea delle vie Francigene;

 

5.   Che  S.E. il Prefetto di Taranto  riconvochi il  “tavolo di lavoro”  per la sottoscrizione di un PATTO PER L’ISTRUZIONE E LA RICERCA IN TERRA JONICA, teso a ridisegnare l’intera offerta formativa scolastica e universitaria a Taranto, e quindi la realizzazione del “PROGETTO TARANTO”, in sinergia con tutte le espressioni economiche, amministrative, sociali e imprenditoriali del territorio jonico, anche con il coinvolgimento della Regione Puglia, del MIUR, del MiBACT;

 

6.   Che la Giunta del Comune di Taranto) dia attuazione al recupero dei “segni dell’identità tarantina”:

 

a) recupero dei bassorilievi di Sant’Irene e dell’Arcangelo Michele e delle Edicole Votive in città vecchia, Targhe nei luoghi dei ritrovamento storici e archeologici, nonché sui  palazzi dove nacquero i TALENTI  di Taranto ( progetto CQV, Calò, IC San Giovanni Bosco);

b) istituzione del Cimitero Monumentale San Brunone di Taranto con il restauro della Certosa, e l’istituzione, anche nell’ambito del progetto sulle bonifiche, del  Lapidario e Famedio Cittadino, dove seppellire chi ha fatto la “storia di Taranto” da Anna Fougez ……… ;

c) l’istituzione del GIARDINO DEI GIUSTI, da inaugurare il 6 marzo ’18 - Giornata Nazionale ed Europea dei Giusti - nonché la sottoscrizione, da parte del Sindaco di Taranto, della Carta delle Responsabilità 2017;

d)  il “recupero e valorizzazione, oggi mortificato dal parcheggio, autorizzato dalla Soprintendenza per pochi mesi, ormai scaduti, dell’area del “mercato coperto” dei resti dell’Anfiteatro;

e) recuperando il Palazzo degli Uffici e i tanti palazzi, vicoli e siti della città vecchia,  prevedere spazi culturali per i giovani e una  giusta valorizzazione delle storiche biblioteche del Liceo Archita e dell’Istituto per la storia della Magna Grecia (cui assegnare una sede), nonché  dell’Archivio storico del Comune;

 f) l’adesione al progetto SCUOLA PITAGORICA nell’ambito del Distretto Magna Grecia e del Parco archeologico della Magna Grecia;

 g) la candidatura a Bene Immateriale dell’Unesco dei Riti della Settimana Santa Tarantina e, del mito tra storia e leggenda, di Anna Fougez.

 

Il CQV rivolge un APPELLO all’intera Comunità Jonica affinché, tenendo conto anche delle attese e proposte  degli 83000 cittadini che democraticamente sottoscrissero la Petizione popolare, senta l’ORGOGLIO DI CREARE LE CONDIZIONI PER UNA FORMAZIONE DI ECCELLENZA PER I GIOVANI DI TERRA JONICA puntando anche al loro inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni i terra jonica.

Taranto 12 febbraio ’18                         L’Ufficio di presidenza CQV

                                                                                         Carmine Carlucci