Il presidente                                                       

 

TARANTO…………..senza respiro

 

Le recenti polemiche e i vari  interventi elettoralistici di cui sono piene le cronache cittadine, con una ricaduta nazionale per l’attenzione nei confronti del seggio di sindaco, non sfuggono alla riflessione del CQV da sempre impegnato per il recupero dei valori nel segno della qualità della vita.

 

Vorremmo tutti, studenti e cittadini, poter gridare al mondo ciò che alcuni giovani innamorati della nostra squadra di calcio (simbolo inquietante di pressappochismo e assenza assoluta di programmazione) hanno lanciato: respiriAMO Taranto.

 

Non è mia intenzione entrare nel merito della vicenda dal momento che in questo momento storico sono tante le iniziative di stretto carattere elettorale con riferimenti presi in prestito dalla nostra millenaria storia, desidero però prendere spunto dalla “imposizione della lega calcio” per analizzare il “degrado culturale che si registra nella nostra città”

Un  “degrado” di cui è cartina di tornasole la disattenzione governativa in materia di mobilità, ma soprattutto, al di là dell’impegno straordinario di alcune espressioni dell’Accademia, il disimpegno dei tanti docenti che hanno trovato a Taranto, nel polo universitario jonico la possibilità di conseguire una cattedra e che oggi – il riferimento è all’intero corpo docente della II Facoltà di Scienze e, non solo – hanno pronta la  “valigia accademica” per afferire ai Dipartimenti di Bari rinunciando alla scommessa di essere per Taranto la chiave di volta per lo sviluppo attraverso la CULTURA, ma soprattutto facendo regredire il polo jonico di vent’anni, ovvero riportandoci ai tempi in cui I corsi di laurea era concessi a Taranto solo per lezioni e gli esami.

 

E mentre questo autentico “delitto etico” si consuma dove è l’orgoglio della città dei Due Mari, la  sua Identità, il Progetto per il futuro dei giovani?

 

“Molle tarentum  quando ti sveglierai e pretenderai un’aria pulita limpida culturale per i cittadini di Taranto?

 

Aspiranti sindaci, amministratori, politici, sindacalisti cercate per un attimo di ragionare, riflettere, progettare, operare veramente nell’interesse dei nostri giovani. Abbiate il “pudore” di ammettere che in questi ultimi 30 o 40 anni tutti abbiamo commesso errori di valutazione sul nostro futuro culturale, ambientale, economico.

Non si può certamente tornare indietro, ma forse si può ritrovare quella unità di intenti per uscire realmente non tanto e non solo dal dissesto economico ma dal degrado dilagante che oggi registriamo nella nostra comunità con particolare riferimento ai nostri giovani senza futuro e ai bambini (non solo quelli dei Tamburi)  che sin dalla nascita non trovano  “l’aria” per respirare FUTURO COSTITUZIONALE.

 

E allora tenendo conto anche dei “messaggi finalmente chiari che ci vengono dalla Magistratura e dagli Esperti”, avviamo un serio progetto di eco-compatibilità  ambientale con un occhio attento all’occupazione; pretendiamo dalle GRANDI IMPRESE che operano su Taranto non solo di smetterla di inquinare, ma di accompagnare senza “azioni ricattatorie” lo sviluppo economico del territorio jonico.

 

Una occasione preziosa oggi è possibile cogliere: sosteniamo la ricerca a Taranto rafforzando l’insediamento universitario jonico attraverso una Fondazione di Comunità che finanzi i progetti di ricerca a cominciare dal Polo scientifico tecnologico Magna Grecia.

 

Una occasione certamente da non considerare né esaustiva né fine a sé stessa .

 

Ma in questa riflessione non posso non sollecitare la SCUOLA a non attardarsi in sterili polemiche di carattere organizzativo, ma di guardare progettualmente ad una SCUOLA organizzata sul territorio per Poli e ancorata all’università, alla Ricerca, alle  espressioni accademiche più significative non escludendo il RESPIRO MUSICALE E ARTISTICO.

 

Il riferimento è chiaramente rivolto all’ist. Paisiello, pietra miliare della nostra università a tutt’oggi senza sede e senza CDA fra i “flutti della riforma costituzionale delle Province e l’approdo allo Stato; ma il dibattito di questi giorni sul Polo di eccellenza Artistico porta a “pretendere” che a Taranto sorga anche l’Accademia di Belle Arti, magari come emanazione di quella di Lecce.

 

Tornando a TARANTO …senza respiro, con Moro torniamo ad affermare:

 

“ Non c’è tempo da perdere.

 

L’ultima occasione per una Taranto moderna e civile è questa”.

 

Taranto 25 febbraio ’12                                      Carmine Carlucci