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SVEGLIATI TARANTO

 

Nel giorno in cui si ricorda la nascita di Tommaso Niccolò d’Aquino nel cui segno il 2 aprile celebriamo la Giornata della cultura jonica e con lo “sguardo” alla ricorrenza della nascita di Cesare Giulio Viola  (26/28 novembre), cari concittadini,  non potete non ricordare quel lontano 3 febbraio 1984 quando in ben 83.274 consegnammo alle Autorità le firme della Petizione Popolare LA città chiede l’UNIVERSITA’ degli STUDI , una Petizione per rivendicare l’università convinti che “l’università non sia il toccasana per altri problemi economici e sociali che gravitano su Taranto, ma è certo che, con una struttura universitaria locale, non poche vie di lavoro saranno aperte agli studenti che la frequentano”.

 

Oggi a Taranto esiste un significativo Sistema universitario Jonico, voluto, anche per la “spinta sinergica di quella Petizione”, dal Legislatore che seppe interpretare le vocazioni e potenzialità del territorio jonico puntando su: mare, ambiente, beni culturali.

 

Sono passati 30 anni e oltre e abbiamo tutti insieme avuti la capacità di “disperdere quel patrimonio lungimirante per il futuro dei nostri giovani”.

 

Infatti :

Ancora oggi le realtà universitarie joniche sono, impropriamente, considerate sedi decentrate di Università e Politecnico di Bari;

Scienze ambientali e Scienze dei beni culturali per il turismo sono Corsi di laurea di 1° livello e sempre in seria difficoltà di sviluppo e Scienze della maricoltura è stata prima sospesa e poi, unilateralmente e ingiustificatamente, soppressa, con il silenzio di chi ci rappresenta e governa politicamente;

Il via a dicembre dei corsi delle Professioni Sanitarie è a rischio dal momento che un contenzioso di ben 14 anni relativo alle prestazioni assistenziali erogate dai docenti universitari presso il Policlinico di Bari, mette a rischio l’accreditamento dei Corsi di Taranto, a cui si aggiunge, in generale, la penalizzazione della Puglia rispetto alle altre Regioni, nella dotazione di posti per le immatricolazioni delle lauree dell’area sanitaria (260 posti rispetto ai 450 di altre regioni su una media nazionale di 380 posti);

L’Istituto di Studi musicali Giovanni Paisiello (un tarantino noto in tutto il mondo, come i maestri che in un secolo ha formato l’istituto) rischia la “chiusura” se il Parlamento non ne legifererà la statizzazione;

Taranto è una delle poche province in Italia in cui la Regione non ha provveduto a istituire l’istituto Tecnico Superiore: una opportunità formativa ponte fra scuola-università-lavoro;

Drammatica poi la situazione degli edifici scolastici dal fatiscente Palazzo degli Uffici, alla precarietà logistica di Archita, Calò, Ferraris, Mediterraneo, tanto per citare le criticità più rilevanti nel “mare magnum” degli edifici senza certificato di agibilità, palestre, biblioteche – le due grandi biblioteche tarantine quella del liceo Archita e quella dell’Istituto Magna Grecia, giacciono fra i ruderi di  Palazzo degli Uffici e, per cortese concessione dell’Università, in parte, nelle sale di  Palazzo d’Aquino, mentre sono alla mercè dei vandali Palazzo Amati e palazzo Delli Ponti e da decenni sono in attesa di completamento il Convento San Michele e l’ala interna dell’Ist Pacinotti, nonché di definizione la donazione di  Palazzo Mastrocinque, lascito per borse di studio per i nostri giovani:

È scaduto ormai da oltre un  anno il Patto per lo sviluppo e consolidamento del polo universitario jonico, così come la convenzione con il Politecnico, per cui non esiste alcun accordo fra università e territorio per la programmazione futura dell’insediamento universitario jonico;

Dal 2005 è commissariato, ormai una scatola giuridica vuota, il Consorzio universitario jonico;

Mentre si è ancora in attesa dell’ultimazione dei lavori – bloccati da un contenzioso fra ASL e impresa- dell’ospedale San Giovanni di Dio, sede destinata alle Professioni sanitarie, mentre  ad aprile è stato raggiunto un accordo, mai concretizzato, fra Regione-Università e Marina Militare per l’insediamento nell’Ospedale Militare di Taranto di un “polo sanitario” , ovvero il Dipartimento di Medicina a Taranto;

 

TANTE CRITICITA’ e, forse, latitanze, SULLA TESTA DI NOI TARANTINI, un po’ spartani, ma anche discendenti dei japigi, greci, romani, bizantini, longobardi, arabi, normanni, ma ostinatamente JONICI e orgogliosi di una storia trimillenaria, per cui è giunto il tempo di SVEGLIARCI chiamando alle loro responsabilità chi ci rappresenta in parlamento, nella regione, nelle amministrazioni locali, nelle imprese e, più in generale, nel Paese.

“Che i giovani di oggi non debbano dire domani che i loro padri, per meschine lotte intestine o per miopia intellettuale, hanno, ancora una volta, tradito una speranza collettiva! Questo affermarono nell’84 quanti sottoscrissero la petizione popolare; questo grida con le parole di un “tarantino d’adozione Aldo Moro” il CQV “ Il nostro è un impegno globale. Abbiamo bisogno di realismo ed insieme di slancio. Il realismo servirà a difenderci dalla astrattezza e dalla demagogia. Lo slancio dall’inerzia, dalla lentezza e da una sostanziale indifferenza, ormai inconcepibile”

 

SVEGIATI TARANTO

e  chiedi che intorno ad un tavolo unitario (convocato dal Prefetto, d’intesa con Provincia e Comune di Taranto, ma anche delle Rappresentanze accademiche)  si trovino le soluzioni ai problemi prospettati in Parlamento, anche con emendamenti alla Legge di Stabilità, in Regione Puglia con una attenzione concreta per il sistema universitario e scolastico, ma anche della ricerca, jonico, al Governo perché traduca le dichiarazioni del Presidente del Consiglio o del Ministro Franceschini, in provvedimenti che non affrontino solo la crisi industriale, considerata strategica per il Paese, ma valorizzino la vocazione culturale e turistica di Taranto, scrigno di tesori archeologici ma anche di vocazioni e potenzialità per un futuro lungimirante per i nostri Giovani.

 

“Non c’è tempo da perdere: L’ultima occasione per una Taranto moderna e civile è questa”

 

Taranto 24 novembre ’14                                                                          l’Ufficio di presidenza del CQV

 

 

 

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